Design Thinking Conference 2024: where Empathy meets Experimentation and Irony challenges Failure
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✨ This year, for countless reasons, I had decided not to go. But, as life often surprises us with the best plot twists, the stars aligned (thanks to Wiebke Borges and Jane Sheck), opportunities arose, and at the last minute, I found myself attending the Design Thinking Conference in Amsterdam for the third time. An experience that is never the same, a refreshing dive that pushes my comfort zone even further.
The Design Thinking Conference is that special place where inspiration and creativity merge with real life. It’s a space where unconventional ideas are explored, and dissent is embraced with ease. It’s a happy island that gifts you with an incredible energy. And yet, it’s not too far from the shore, where everyday life challenges us and puts us to the test. As you “row back” to the mainland, you start to reflect on how to connect these two worlds.
You reflect on the power of vulnerability in building trust, as Margot Bloomstein taught us, and the effectiveness of storytelling in fostering empathy, thanks to Tim Vreugdenhil. Then there’s the deep, inseparable connection between us and nature, and our responsibility to rethink design from a planetary perspective, as Jessica den Outer so passionately advocated.
And then came the explosive silence of Olga Lehmann, who invited us to rediscover the poetic nature of creativity.
I can’t forget the modern court jesters, Juri Hoedemakers and Tim de Zeeuw, who inspired us to challenge clients with a disruptive yet constructive irony. Oh, and how could I not mention Rogier Bak‘s sharp humor, showing us how irony can be a powerful vehicle for empathy, especially when failure is just around the corner.
To top it all off, Jeanne Liedtka’s masterful lesson: don’t just test products or strategies—test the ideas themselves, because true innovation comes from failure and experimentation.
Kudos to Julie Harris and the team who, during the 2021 DT Conference, asked, “How can we truly make an impact with all this knowledge?” and from that, the work supporting Building Future Opportunity Kbalromeas School (BFOK) in Cambodia was born.
A special thank you to Sterre Van der Laken for inviting us to play Corporate Jenga, where we experienced firsthand how a lack of trust and limited collaboration can stifle innovation, prompting deep reflection on strategies to overcome these barriers. And a big shoutout to Patrick Willer, co-creator of the future, who introduced us to the idea of an AI Renaissance, challenging us to rethink reality, consciousness, and new values. Too bad I had to leave early for my return flight and couldn’t catch the end!
I am deeply grateful and happy to be part of this wonderful community. I had the pleasure of exchanging ideas with Vincenzo Di Maria, in the same place where we first met years ago, and was warmly welcomed by Mimp Jiampton, Adam StJohn Lawrence, Jeroen van der Weide, and Colin Skelton (hoping to attend his workshop soon!).
I met so many extraordinary people, each unique in their own way, including Swareena Joshi, Silvia Frigerio, Andreas Conradi, Amarens Bakker, Krista Bruine de Bruin, and many others I can’t tag. And, of course, a special place in my heart for my dear friends Wiebke Borges and Nina Schacht, whom I hope to see soon, along with Jane Schek and Jenny Wase.
In the rush of everyday life, where time to reflect feels like an unattainable luxury, where irony is often mistaken for superficiality, and the fear of failure paralyzes us, knowing that there’s a community eager to experiment and embrace opposite values—empathy, creativity, and the courage to fail—is an immense comfort. Long live the Design Thinking Conference!
[ITA]
✨Quest’anno, per millemila ragioni, avevo deciso di non andare. Eppure, come succede nei migliori plot twist della vita, le alchimie si sono riallineate (thanks Wiebke Borges and Jane Sheck), le opportunità si sono materializzate e, all’ultimo minuto mi sono ritrovata, per la terza volta, alla Design Thinking Conference di Amsterdam. Un’esperienza che non è mai la stessa, un tuffo rigenerante per allargare ancora di più la mia “zona di comfort”.
La Design Thinking Conference è quel luogo speciale dove ispirazione e creatività si intrecciano con la vita reale. Si esplorano idee fuori dal comune e si accoglie il dissenso con leggerezza: è un’ isola felice che regala un’energia incredibile. E non è troppo lontana dalla riva, dove la quotidianità ci sfida e ci mette alla prova. E mentre “remi” verso la terraferma inizia a riflettere su come connettere questi due luoghi.
E ripensi al potere della vulnerabilità per costruire fiducia, come ci ha insegnato Margot Bloomstein, e all’efficacia dello storytelling con la sua spinta dell’immedesimazione che ti spinge a generare empatia, grazie a Tim Vreugdenhil. Per non parlare poi, della connessione profonda e indissolubile tra noi e la Natura, e alla nostra responsabilità di ripensare il design in chiave planetaria, come ha sostenuto Jessica den Outer.
Poi, c’è stato lo spazio del silenzio esplosivo di Olga Lehmann, Ph.D, che ci ha invitato a riscoprire la natura poetica della creatività. E non posso non menzionare i moderni giullari di corte, Juri Hoedemakers e Tim de Zeeuw, che ci hanno ispirato a sfidare i clienti con un’ironia disturbante ma costruttiva. Ah, e che dire dell’umorismo tagliente di Rogier Bak, che ci ha mostrato come l’ironia possa essere un veicolo potentissimo per l’empatia, specialmente quando il fallimento è dietro l’angolo.
Per finire in bellezza, la magistrale lezione di Jeanne Liedtka: non testare solo prodotti o strategie, ma le idee stesse, perché l’innovazione vera nasce proprio dal fallimento e dalla sperimentazione.
E i miei complimenti a Julie Harris e al team che ha creato proprio durante la DT Conference 2021 per rispondere alla domanda “Come possiamo generare davvero un impatto con tutte queste conoscenze e apprendimenti?” Ed è nato così il lavoro a supporto di Building Future Opportunity Kbalromeas School (BFOK) in Cambogia.
Un grazie speciale a Sterre Van der Laken che ci ha inviato a giocare al Corporate Jenga per sperimentare sulla nostra pelle come la mancanza di fiducia e la collaborazione limitata possano ostacolare l’innovazione, e ci ha portato a riflettere su strategie per superare questi vincoli. E un applauso particolare a Patrick Willer co-creatore del futuro che ci ha messo di fronte all’idea di Rinascimento dell’intelligenza artificiale per ripensare realtà, coscienza e nuovi valori. Peccato essere andata via prima per prendere l’aereo del ritorno e non averlo potuto seguirlo fino alla fine!
Non posso che sentirmi profondamente grata e felice di far parte di questa meravigliosa comunità dove ho avuto il piacere di scambiare idee con Vincenzo Di Maria, nello stesso luogo dove ci siamo conosciuti anni fa, e di essere stata accolta con calore da Mimp Jiampton, Adam StJohn Lawrence, Jeroen van der Weide e Colin Skelton (sperando di poter partecipare preso a un suo workshop!).
Ho incontrato tante persone straordinarie e sorprendenti nella loro unicità, tra cui Swareena Joshi, Silvia Frigerio, Andreas Conradi, Amarens Bakker, Krista Bruine de Bruin e molte altre che non riesco a taggare. E poi un posto speciale alle mie amichette Wiebke e Nina che spero di rivedere presto insieme a Jane Schek e Jenny Wase.
Nella frenesia della vita quotidiana, dove il tempo per riflettere sembra un lusso inaccessibile, l’ironia viene spesso vista come superficialità e la paura dell’errore ci paralizza, sapere che esiste una community che ha voglia di sperimentare e abbraccia valori opposti – empatia, creatività e il coraggio di sbagliare – è un conforto immenso. W la Design Thinking Conference!